Effetti collaterali del caffè

effetti collaterali caffèIl caffeismo, una sindrome ben documentata

Il consumo prolungato nel tempo di elevate quantità di caffeina, stimate intorno ai 250-300 mg al giorno, può causare un disturbo noto come caffeismo (o caffeinismo). Si tratta di una vera e propria sindrome da intossicazione alla quale sono associate palpitazioni, nervosismo, irritabilità, mal di testa e incapacità di prendere sonno.

Ad essi si associano disturbi a livello gastrico, come bruciori e dolori, il dimagrimento e l’anoressia, ma per fortuna la buona notizia è che la caffeina non causa alcuna dipendenza fisica. Pertanto è sufficiente sospendere del tutto l’assunzione di caffè per vedere tutti questi sintomi scomparire nel giro di pochi giorni.

Problemi di natura gastrointestinale

Chi soffre di gastrite o ulcera peptica dovrebbe astenersi dal consumo di caffè, poiché questa bevanda agisce come uno stimolante della salivazione e della secrezione dei succhi gastrici. Nei soggetti che devono fare i conti tutti i giorni con questi disturbi il consumo di caffè non fa altro che accentuare lo stress a livello della mucosa gastrica, determinando quindi un peggioramento dei sintomi.

Anche chi soffre di colon irritabile e di colite dovrebbe ben guardarsi dal consumo di caffè, considerato un alimento a rischio per via dell’alterazione dei movimenti peristaltici che esso induce.

Caffè in gravidanza? No, grazie

A causa delle loro ridotte dimensioni, le molecole di caffeina possono facilmente attraversare la placenta ed immettersi nel circolo sanguigno del feto. Una volta entrata la sostanza eccitante rimane in circolazione a lungo, dal momento che lo stato di sviluppo precoce degli organi interni del bambino non ne consente la rapida metabolizzazione. Per questo, i tempi di permanenza della caffeina nel feto sono addirittura 10 volte superiori a quelli degli adulti! Se la madre beve troppo caffè, le pulsazioni del bambino aumentano e si può verificare una alterazione anche prolungata dei suoi normali cicli di veglia e sonno.

Uno studio danese del 2003 ha inoltre dimostrato che l’elevato consumo di caffè durante la gravidanza aumenta in modo significativo (+220%) il rischio di morte fetale; si tratta comunque di oltre un litro e mezzo di caffè al giorno, soglia che difficilmente verrebbe raggiunta da chiunque.

Moderare il consumo di caffè liofilizzato?

Chi beve abitualmente il caffè istantaneo dovrebbe essere al corrente del fatto che, nei preparati solubili, sono contenute quantità maggiori di acrilammide rispetto a quelle presenti nel tradizionale caffè. Questa sostanza è caratterizzata da un forte effetto neurotossico, ed è ritenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un “agente probabile carcinogeno per l’uomo”. Per il momento tuttavia gli studi ancora non hanno dimostrato una correlazione diretta tra il consumo di caffè solubile e il rischio di cancro.

Inoltre, per correttezza, bisogna ricordare che l’acrilammide è stata ritrovata anche in altri cibi comuni che si trovano nelle nostre case, e che per essere prodotti vengono sottoposti a frittura o riscaldamento (es. pane, cereali, patate fritte, olive nere tostate, frutta essiccata…).

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